Oltre il Castello di Ramazzano, oltre queste pietre che si innalzano verso il cielo stellato dell’Umbria più ancestrale, la nostra custodia, il nostro lavoro, la nostra passione per quello che facciamo, per le tradizioni che tramandiamo di generazione in generazione. Il vino, l’olio, la pasta, l’arte di questi soffitti affrescati, la bellezza del Castello è tutto ciò che serve all’uomo per esistere in perfetta armonia con il mondo.
Ci siam sempre chiesti quale potesse essere la maniera più giusta per raccontarvi la nostra storia, la nostra famiglia, il Castello, le nostre tradizioni.
Da oggi non avremo più bisogno di farlo, le parole sono arrivate da sole. Abbiamo ritrovato un vecchio quaderno dalle pagine ingiallite e la copertina di pelle consumata, lo abbiamo aperto e tra una parola sbiadita e l’altra abbiamo iniziato a ritrovare l’anima di questo luogo, la nostra. Ciò che viene raccontato, parla di noi, del Castello, di chi è passato da qui e dei nostri vini. Da oggi vi racconteremo del tempo e delle sue increspature.
Angela Aliani
VIBES OF HISTORY
In lontananza si delinea, tra la nebbia che sta lasciando il posto al sole, una figura imponente di pietra ruvida. Sono circondato da una natura poderosa, non so neanche come sono arrivato qui, ma questa luce, il leggero fruscio del vento che ulula tra le foglie riposa i miei occhi stanchi. Ho voglia di esplorare queste colline profumate di terra bagnata, il mondo nella quale mi son ritrovato prevedo mi riserverà sorprese.
Ho camminato fino al pesante portone del maniero e ho chiesto ospitalità ai suoi abitanti, che senza batter ciglio mi hanno spalancato la porta della loro casa e mi hanno lasciato entrare sollevandomi del peso dei bagagli. Il sorriso della donna alla porta ed i suoi occhi dolci di madre mi hanno rilassato subito con un tepore familiare, facendomi sentire finalmente al sicuro. Appena all’interno un imponente camino scoppietta in una stanza più in fondo creando sulla parte difronte a me strane ombre misteriose. Dopo un pasto incredibilmente gustoso, a base di una pasta mai provata prima, funghi freschi, tartufo e un ottimo vino rosso mirtillo, la mia mente è più sgombra e finalmente leggera. Vedo con chiarezza quelle persone davanti a me, la loro famiglia, la loro unione in un calore che mai avevo visto.
Mi son accomodato sulla seduta che affaccia sulla finestra che ad aprirla sembra di scoprire un dipinto e pervaso da questa pace, mi sono ritrovato nuovamente a scrivere. Non credevo che ce l’avrei fatta di nuovo.
La notte si faceva strada e quell’angolo di pietra tutto per me, affacciato sulle colline della poetica Italia centrale degli artisti acuiva i miei sensi, c’era solo la notte stellata, la luna, la nebbia che piano si faceva strada e le pietre tutte intorno a sorreggere quel capolavoro.
L’inchiostro accarezzava le pagine ruvide come non accadeva ormai da tanto. Ero stato solo al mondo troppo tempo per riconoscere la mia anima così facilmente.
To be continued…
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